A Cosenza si è riaperto il dibattito sul Comune unico dell’area urbana. C’è il rischio che si riveli una discussione pilotata, per incoronare un nuovo Principe di cui i Cosentini in realtà non hanno alcun bisogno. Tuttavia, è una riflessione improrogabile che investe la natura stessa della nostra identità. Lo studioso ed architetto Emilio Tarditi fa notare che basta osservare un dettaglio, cioè l’andatura vanagloriosa ed impacciata delle signore che passeggiano sull’isola pedonale di corso Mazzini, per rendersi conto che Cosenza nel secondo ‘900 è stata investita hack clash royale da un urbanesimo, ma non può vantare un’urbanità. Identità e memoria sembrano assenti, barcollanti e precarie come la camminata delle pseudomatrone cosentine. In un recente suo articolo relativo al dibattito sull’area urbana, il docente universitario Battista Sangineto perviene più o meno alle stesse conclusioni, e nel contempo critica il modello culturale manciniano che avrebbe lasciato poche tracce nella coscienza collettiva di quanti abitiamo questa conca.
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