Calabra Maceri ha vinto l’appalto. Ma si rifiuta di avviare i lavori perché le Ferrovie della Calabria devono ancora pagarle dei vecchi lavori. Così le promesse del sindaco di Cosenza vengono meno
COSENZA La bonifica dell’area delle ex Ferrovie non è cominciata, per come era stato previsto dalla road map disegnata e rivendicata dal sindaco Mario Occhiuto. Le ragioni di questa mancata partenza sono di origine economica, infatti Calabra Maceri, che ha vinto l’appalto per i lavori di rimozione dell’amianto dalle strutture dell’area, reclama il saldo di un cospicuo credito accumulato nei confronti delle Ferrovie della Calabria.
Si tratta del pagamento di alcun lavori svolti per l’ente nell’ormai lontano 2008 e mai pagati. Di qui la ferma posizione della ditta chiamata a bonificare l’area, che sostanzialmente si rifiuta di avviare qualunque genere di nuovo intervento senza prima vedere effettuato il pagamento dei vecchi lavori. E così le promesse del sindaco di Cosenza si frantumano sullo scoglio di uno scontro tra l’ente Ferrovie e la Calabra Maceri.
Eppure con un certo clamore mediatico il sindaco si era esposto sul tema della bonifica. Dopo le affermazioni dei tecnici, per i quali nessuna rimozione dell’amianto si sarebbe potuta effettuare con la presenza nell’area delle associazioni che hanno occupato quel luogo, Occhiuto era sceso in campo con decisione, persuadendo gli stessi tecnici non più a rimuovere l’amianto, ma a incapsularlo, consentendo così ai membri delle associazioni di volontariato di restare nell’area senza particolari rischi di contaminazione. Già quella scelta era sembrata un passo indietro. I tecnici avevano ben spiegato che un lavoro di incapsulamento dell’amianto in quel luogo era stato fatto circa dieci anni fa e che ripeterlo non avrebbe rappresentato una soluzione, né garantito efficacia, essendo ormai il materiale molto degradato. Tuttavia il sindaco si presentò alle associazioni che occupano da tempo l’area delle ex Ferrovie, per farsi ancora garante di scelte che non avrebbero comportato il loro sgombero.
Fu fissato un calendario degli interventi, con un inizio (lunedì 27 agosto), le varie tappe e la conclusione dei lavori. Ma ieri nessuno si è presentato per avviare l’intervento di bonifica. Il sindaco si è subito affrettato a convocare le parti, onde evitare che un suo impegno finisse nel nulla, ma le Ferrovie hanno annunciato che il denaro per saldare il debito verso Calabria Maceri ci sarebbe pure, ma è destinato ad affrontare altre e più urgenti priorità. Davanti a una affermazione di tal genere pare poco probabile che Calabria Maceri voglia accontentare Occhiuto. In realtà il sindaco rischia di “bucare” la promessa più per causa delle inadempienze delle Ferrovie, che non per causa sua. Le Ferrovie dal canto loro, il 14 febbraio del 2011 dichiaravano in forma scritta, che «dalle risultanze dell’ultimo monitoraggio, avvenuto nel mese di agosto del 2010, è scaturita la necessità di programmare e operare a medio termine (entro dodici mesi) dei nuovi interventi di bonifica sui manufatti». Inoltre lo stesso documento garantiva che le Ferrovie si erano «attivate per avviare le procedure e reperire i fondi necessari all’effettuazione degli interventi». Dunque le Ferrovie lo scorso annno erano pronte ad affrontare la spesa, mentre oggi non lo sono più. Altro mistero da risolvere è il passo indietro effettuato circa la metodica da usare per la bonifica. Infatti all’inizio si parlò esplicitamente di totale rimozione dell’amianto, mentre ora si dice di volerlo incapsulare. Eppure sono le stesse Ferrovie a scrivere che un lavoro di questo genere era stato già effettuato. Sempre nel 2011 le Ferrovie infatti ricordavano che cinque anni prima era stata effettuata una bonifica, «infatti buona parte delle coperture in cemento amianto sono state rimosse e smaltite a norma di legge e le restanti parti sono state messe in sicurezza incapsulandole con prodotti idonei e certificati». Insomma le Ferrovie e il sindaco prima avrebbero voluto la rimozione totale dell’amianto, poi hanno annunciato di accontentarsi di un lavoro di incapsulamento, ma rischiano di non avere né l’uno né l’altro.
Michele Giacomantonio