Sgombero palazzo Morelli. Solidarietà dalle associazione dell’area

Lo sgombero e il trattenimento per diverse ore presso la Questura di Cosenza degli occupanti dello stabile di Viale Trieste, segnano l’ennesima brutta pagina per la democrazia cittadina.
Le associazioni che da anni vivono l’area delle ex officine delle Ferrovie della Calabria, esprimono totale solidarietà nei confronti delle famiglie italiane e migranti che dallo scorso 8 maggio abitavano in uno stabile inutilizzato da anni,  in nome del diritto all’abitare, sancito dalla nostra Costituzione.
Una volta ancora chi lotta per un diritto sacrosanto, come quello alla casa, viene criminalizzato.
Siamo preoccupati per il clima crescente di negazione di diritti
fondamentali e di criminalizzazione che colpisce non solo gli occupanti di Viale Trieste, ma  più in generale chiunque in questa città porta avanti percorsi di inclusione sociale dal basso.
Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo interistituzionale aperto alle associazioni per la risoluzione delle sempre più numerose emergenze sociali della città.

Le Associazioni: Mo.Ci., Baobab, Officine Babylonia, Verde Binario, Libera Associazione di Idee, GAS Utopie Sorridenti

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Rinviata l’apertura delle buste del bando di gara

La notizia è sul sito del comune di Cosenza, leggila.

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Raccolte e depositate 478 firme

Quasi in concomitanza con la scadenza del bando sulla progettazione dell’auditorium è stata protocollata la richiesta, ai sensi dell’articolo 8 commi 1 e 4 dello statuto comunale di Cosenza, a nome delle associazioni dell’area e di 478 firmatari contenente:

  • incontro pubblico, alla presenza dei dirigenti e uffici interessati dalla questione, da effettuarsi presso la casa comunale;
  • ritiro e/ o sospensione del bando <Realizzazione dello spazio della Creatività e della Comunicazione – ex deposito ferroviario – Viale Mancini – AUDITORIUM “CREATIVECITY”> ;
  • indizione di un consiglio comunale aperto sull’argomento.
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Una giornata alle ex officine tra mercatino, pranzo sociale, libri e musica!

Sabato 29 maggio 2010.

Da anni ormai lo spazio delle ex officine delle Ferrovie della Calabria, spazio dismesso della città, è stato oggetto di una azione di auto-recupero degli spazi che ha portato nuova vita e nuova socialità all’intera area.

Attualmente le associazioni, le realtà e i cittadini sono seriamente preoccupate per il bando comunale, che scadrà il prossimo 31 maggio, che prevede l’abbattimento di tutte le strutture esistenti nell’area e finalizzato alla costruzione di un auditorium definito ‘Creative City’. Le motivazioni che spingono l’Amministrazione Comunale verso la costruzione di questa imponente struttura (dovrebbe infatti contenere 3-4.000 posti a sedere) restano ignote, ben nota è invece la cifra da spendere: 20 milioni di euro, basterebbe invece investire una cifra ben inferiore a quella prevista, per avviare la bonifica e il recupero dell’area in modo da permettere alle realtà associative di poter meglio offrire alla città i servizi già esistenti. Ci dicono che l’edilizia sia in crisi, ci fanno credere che la soluzione sia continuare a costruire, ad aumentare le cubature di cemento… e la città nel frattempo soffoca.

Pensiamo, invece, che una seria e nuova politica anticrisi sia il recupero, la ristrutturazione e la manutenzione dell’edilizia già esistente con accorgimenti innovativi che rispettino l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.

Crediamo che l’Amministrazione Comunale debba ritirare il bando per la costruzione di un auditorium e debba rispettare la cittadinanza aprendo un tavolo di confronto per trovare insieme soluzioni capaci di futuro per l’area delle ex Officine delle Ferrovie della Calabria e per tutta la città.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:

*** ORE 10.30/12:30 MERCATINO/GAS ‘Utopie Sorridenti’ con degustazioni

*** ORE 13:00 APERITIVO BIOSUCCOZERO A SUON DI MUSICA con arance biologiche e frizz Cosenza

*** ORE 13:30 PRANZO SOCIALE 5.00 EURI
– primo piatto mediorientale a base di riso e verdure di stagione (a cura dello chef Ahmed) secondo piatto a base di patate fritte e pollo speziato (a cura dello chef Valentino)
– vino di Verzino
– acqua dalla fontana

[Si pregano tutti i partecipanti di portare piatti, bicchieri, posate e tovagliolo. È gradita la prenotazione inviando adesione all’indirizzo ordini_gas@utopiesorridenti.com. Il ricavato andrà a sostegno dell’area….]

*** ORE 16:00 FATIGATA COLLETTIVA SULL’AREA
Pulizia, arredo urbano, giardinaggio…

*** ORE 18:00 VIAGGIO NELLA CENSURA ITALIANA (CPOA RIALZO)
dibattito con:
Francesco Cirillo (giornalista)
Luca Scornajenchi (fumettista)
Alessio Spataro presenterà La MINISTRONZA 1-2

*** ORE 22.30 CONCERTO RADICI NEL CEMENTO in concerto (CPOA RIALZO)

*** a seguire DANCEHALL MUJINA CREW e ONE DROP FELLAS

INGRESSO: 10,00 PREVENDITA:8,00

DURANTE TUTTA LA GIORNATA:

BANCHETTI INFORMATIVI, GIOCOLERIA, INFOSHOP, FIRMA REFERENDUM ACQUA PUBBLICA, FIRMA PETIZIONE A TUTELA DELL’AREA, e infine KEBAB SERALE…

SOSTIENI ANCHE TU GLI SPAZI SOCIALI…!!!

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CONSULTA POPOLARE giovedì 27 maggio ore 17.30

Le ex Officine delle Ferrovie della Calabria, che divide Viale G.Mancini (Viale Parco) da Via Popilia, è una ampia area della città di Cosenza che da qualche anno è ritornata a vivere.

Questa zona anonima e periferica, ormai spazio dismesso, abbandonato e brutto, si è evoluto non solo come luogo fisico, divenuto centrale perché progressivamente inglobato da uno sviluppo edilizio della città a dir poco forsennato; ma anche perchè si è trasformato in un luogo con una forte identità sociale, plurale e solidale capace di generare una progettualità articolata ricca di idee e di esperienze.

E’ ora uno spazio sociale, culturale, creativo e religioso divenuto patrimonio della città.

Le associazioni, le realtà e i cittadini, che hanno avviato un’azione di autorecupero dell’area, costituiscono un laboratorio di democrazia sperimentale e partecipata unico nella storia di Cosenza. Non a caso questa moltitudine di persone attive è stata convocata e consultata anche dall’UrbanLab del Comune. Lo scopo di questa consultazione, obbligata dalle indicazioni delle politiche europee, è stata quella di sviluppare un progetto di riqualificazione dell’area che rispondesse ai bisogni dei cittadini. Ma, purtoppo, di quella consultazione non è rimasto nulla! E’ servita soltanto a legittimare uno dei tanti finanziamenti europei destinati alla attuazione del piano strategico per la “famosa” area urbana.

Attualmente le associazioni, le realtà e i cittadini sono seriamente preoccupate per il bando comunale, che scadrà il prossimo 31 maggio, che prevede l’abbattimento di tutte le strutture esistenti nell’area e finalizzato alla costruzione di un auditorium definito ‘Creative City’. Le motivazioni che spingono l’Amministrazione Comunale verso la costruzione di questa imponente struttura (dovrebbe infatti contenere 3-4.000 posti a sedere) restano ignote, ben nota è invece la cifra da spendere: 20 milioni di euro.

Questo bando costituisce un tradimento della consultazione avviata dall’UrbanLab di Cosenza e soprattutto un tradimento dei desideri e della progettualità manifestata dai cittadini. Ancora una volta il sindaco, Avv. Salvatore Perugini, ignora la cittadinanza non rispondendo neanche ad una formale richiesta di incontro. Ancora una volta non si sceglie affatto di ripercorrere quanto accade in altre città europee: il recupero della memoria storica dei luoghi dismessi, quali opifici o stazioni, che rinascono a nuova vita grazie anche al lavoro delle pubbliche amministrazioni. Via Popilia un tempo era la strada delle maestranze, le ex Officine delle Ferrovie della Calabria ne sono ora una delle ultime testimonianze.

Recuperare l’area significa rispettare anche una parte dell’identità e della memoria di Cosenza.

Ci dicono che l’edilizia sia in crisi, ci fanno credere che la soluzione sia continuare a costruire, ad aumentare le cubature di cemento… e la città nel frattempo soffoca. Pensiamo, invece, che una seria e nuova politica anticrisi sia il recupero, la ristrutturazione e la manutenzione dell’edilizia già esistente con accorgimenti innovativi che rispettino l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.

La riqualificazione delle ex Officine delle Ferrovie della Calabria deve essere un’occasione di sviluppo nuovo per la città nel rispetto dei desideri e dei bisogni dei cittadini a partire dai quartieri a ridosso di Viale Mancini e di Via Popilia e dalle associazioni che vivono l’area si realizza una progettualità diversa.

L’idea-progetto che le associazioni, le realtà e i cittadini hanno descritto all’UrbanLab era basata sulla ristrutturazione delle officine nel pieno rispetto delle strutture originali ma con accorgimenti tecnici innovativi dal punto di vista ambientale. L’idea-progetto comprende la realizzazione di un’immensa area verde, alberata; spazi dedicati ai servizi di accoglienza, orientamento e sostegno per i migranti e per i bisognosi della città; laboratori culturali, creativi e musicali; spazi dedicati ai diversi credo religiosi; area informatica-multimediale; un’area che incontri i desideri di anziani, bimbi e disabili.

Da giorni è stata avviata una campagna per la raccolta di firme per salvaguardare l’area al fine di creare un parco urbano che a piccoli passi le realtà associative stanno già realizzando; le numerose adesioni già pervenute testimoniano la vicinanza della città alle istanze delle realtà dell’area.

Crediamo che l’Amministrazione Comunale debba ritirare il bando per la costruzione di un auditorium e debba rispettare la cittadinanza aprendo un tavolo di confronto per trovare insieme soluzioni capaci di futuro per l’area delle ex Officine delle Ferrovie della Calabria e per la città nel rispetto dei desideri manifestati nell’idea-progetto.

Per tali motivi di fronte ad un’Amministrazione Comunale assente con questo documento avviamo una consultazione popolare per chiedere il ritiro del bando e per sostenere l’idea-progettuale proposta dalle associazioni.

Associazione Baobab, Associazione Calafrica, Associazione Gli Altri Siamo Noi, Sportello Antisfratto Prendocasa, Comunità Filippina, Comunità Senegalese, Collettivo L’Evasione, Comitato Benicomuni, Comitato Fiera InMensa, Compagnia Teatrale delle Onde, CPOA Rialzo, Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica ‘Bruno Arcuri’, GAS/Mercatino ‘Utopie Sorridenti’, Libera Associazione di Idee, Mo.C.I., Officine Babilonia, Stella Cometa onlus, Unitalsi, Verde Binario.

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Scarica e diffondi l’appello.
Qui il comunicato stampa del 23/05 e qui il comunicato stampa del 25/05.

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MARTEDì 25 MAGGIO H.18.30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO: ‘Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro’ di Marco Rovelli

L’universo dei clandestini al lavoro. Una situazione drammatica fatta di violenze e soprusi da parte di caporali e datori di lavoro italiani che fanno leva sulla ricattabilità della forza lavoro clandestina per sequestrare loro documenti, trattenere le misere paghe concordate, il tutto condito da insulti e violenze quotidiane, con la collaborazione attiva di piccoli malavitosi locali. Uno scenario che mai compare sui quotidiani nazionali e che invece rappresenta la dorsale nascosta di un’Italia truce e violenta: l’altra faccia del mito “italiani brava gente”. Dalle campagne siciliane e del foggiano, fino ai cantieri edilizi e agli ortomercati del Nord, da questo libro emerge una fotografia brutale del nostro paese. Marco Rovelli si è mischiato con i clandestini, bevendo insieme a loro il tè, e comunicando, facendosi raccontare le loro storie finora inascoltate: dal loro racconto emerge anche il volto crudele del nostro capitalismo, ritornato in alcune aree e comparti a forme ottocentesche di sfruttamento.

Non manca un capitolo sulla condizione degli immigrati nel comune di Rosarno: sfruttati senza diritti, vittime di una continua “caccia al nero” e di attacchi da parte di alcuni giovani rosarnesi che hanno portato alla violenta protesta del 7 gennaio 2010.

CPOA RIALZO, EXOFFICINE FERROVIARIE VIALE PARCO/VIA POPILIA

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Per un’assemblea cittadina sull’area delle ex officine

COMUNICATO STAMPA
Da anni ormai l’area delle ex officine delle Ferrovie della Calabria, spazio dismesso della città, è stato oggetto di una azione di auto-recupero degli spazi che ha portato nuova vita e nuova socialità all’intera area.

Una serie di associazioni e realtà (associazione Baobab, associazione Calafrica, associazione Gli Altri Siamo Noi, sportello antisfratto Prendocasa, comunità Filippina, comunità Senegalese, collettivo L’Evasione, comitato Benicomuni, comitato Fiera In Mensa, Compagnia teatrale delle Onde, CPOA Rialzo, Coordinamento calabrese acqua pubblica ‘Bruno Arcuri’, GAS/Mercatino ‘Utopie Sorridenti’, Libera associazione di idee, Mo.C.I., Officine Babilonia, Stella Cometa onlus, Unitalsi, Verdebinario) offrono alla città una serie di servizi ed iniziative quali: sportello di consulenza legale rivolto ai migranti; sportello per il diritto all’abitare; gruppo di acquisto solidale e mercatino biologico; recupero e riutilizzo di mobili usati; riciclo dell’alluminio; cooperazione internazionale; mercatino dei vestiti usati; distribuzione farmaci; laboratori di arte, musica, teatro, giocoleria, riciclo creativo e giardinaggio urbano; inclusione sociale a persone con disabilità; internet social point; attività ludico-sportive; sala prove musicale; area concerti; sostegno ai detenuti. Il tutto condito da numerosi momenti di socialità, basti pensare a Fiera in Mensa, l’annuale appuntamento che si svolge in concomitanza con la Fiera di S. Giuseppe.

Attualmente tutte queste associazioni e realtà sono seriamente preoccupate per il bando comunale per la progettazione, uscito nello scorso mese di aprile, che prevede l’abbattimento di tutte le strutture esistenti nell’area e finalizzato alla costruzione di un auditorium definito ‘Creative City’. Le motivazioni che spingono l’Amministrazione Comunale verso la costruzione di questa imponente struttura (dovrebbe infatti contenere 3-4.000 posti a sedere) restano ignote.

Ripercorrendo, brevemente, la storia di questo ampio spazio occorre ribadire come lo stesso sia stato oggetto, da parte dell’ufficio UrbanLab del Comune di Cosenza, di una progettazione partecipata sfociata il 30 ottobre 2008 in un incontro presso l’ex albergo Bologna, a cui hanno preso parte le associazioni presenti nell’area che hanno illustrato al Sindaco Perugini, lì presente, la loro idea progettuale finalizzata ad una bonifica e riqualificazione degli spazi. A cosa è servita quella esperienza, se adesso è stato emanato il bando per la costruzione di un auditorium? Si continua, in questo modo, la tradizione di sperpero del denaro pubblico così come era stato col precedente progetto Urban che non ha garantito alla città una reale modificazione dell’esistente, infatti, è sotto gli occhi di tutti l’attuale degrado del centro storico investito da quella pioggia di miliardi.

Ulteriore domanda alla quale non si riesce a trovare una risposta adeguata è: a cosa serve un ennesimo impianto, come questo auditorium, se la città ha disposizione già quattro teatri, alcuni anche di tradizione, due palazzetti dello sport, due stadi, un auditorium (il 4 giugno verrà inaugurato al Liceo Classico Telesio). Ebbene tutte queste strutture non vivono di adeguata programmazione culturale e, infatti, sopravvivono quasi a se stesse rimanendo, il più delle volte vuote e tristi. Vieppiù, sempre lo stesso Comune di Cosenza ha il cantiere congelato per la realizzazione della Casa della Musica con annesso auditorium nei locali dell’ex Gil di piazza Amendola.

Si intende dunque spendere una esorbitante cifra (20 milioni di euro) per la costruzione di questo Auditorium mentre basterebbe investire una cifra ben inferiore a quella prevista, per avviare la bonifica e un recupero dell’area in modo da permettere alle realtà associative di poter meglio offrire alla città i servizi già esistenti. Una amministrazione attenta ai bisogni della propria città, capace di valorizzare l’economia sociale che anima da anni questi luoghi, certamente avrebbe preso in seria considerazione il percorso posto già in atto dalle associazioni; invece il Comune di Cosenza ha scelto di realizzare una grande struttura che avrà poche ricadute in termini sociali ma anche economici, se non in termini edilizi. Non si sceglie affatto di ripercorrere quanto accade in altre città europee dove si assiste al recupero della memoria storica dei luoghi dismessi, quali opifici o stazioni, che rinascono a nuova vita grazie anche al lavoro delle pubbliche amministrazioni.

Che futuro ci sarà per le associazioni e per le loro attività? Soprattutto a chi si rivolgeranno le migliaia di persone che pagano il costo maggiore dell’attuale crisi economica e che trovano solo da questa realtà solidarietà concreta?

Per tutti questo questi motivi le associazioni hanno chiesto al sindaco Perugini un incontro urgente, la cui formale domanda giace sulla scrivania protocollata dal 7 maggio e ripetuta via fax il 17 dello stesso mese. Ad oggi, tuttavia, non è pervenuta alcuna risposta.

Da giorni è stata avviata una campagna per la raccolta di firme per salvaguardare l’area e per costruire quindi un parco urbano che a piccoli passi le realtà associative stanno già realizzando; le numerose adesioni già pervenute testimoniano la vicinanza della città alle istanze delle realtà dell’area.

Per tutte queste motivazioni le realtà dell’area fanno appello alla cittadinanza ed invitano alla partecipazione all’assemblea pubblica che si terrà giovedì 27 maggio ore 17.30 presso l’area delle ex officine ferroviarie.

Cosenza area delle ex officine delle Ferrovie della Calabria, 23/05/2010.

Le realtà dell’area

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Ne abbiamo le scatole piene di scatole vuote

Nei giorni della fiera di san Giuseppe la zona dell’ex deposito ferroviario diventa, da qualche anno a questa parte, un favoloso laboratorio di accoglienza, scambio culturale, creatività e politica, nel senso alto del termine. E’ solo la punta dell’iceberg della grande ricchezza di iniziative ed attività che vengono realizzate durante tutto l’arco dell’anno da un tessuto associativo molto vario ed intraprendente. Sono gruppi di persone che operano nel campo delle arti , della musica, della solidarietà e dell’integrazione dei migranti, sono comunità immigrate, artisti e artigiani, teatranti, ultrà, scrittori, fotografi, videomakers, esperti di informatica, sono gruppi di acquisto solidale che promuovono al sabato mattina il mercatino del biologico. Con gli occhiali del tecnico che ha approfondito l’approccio delle politiche europee nel campo della creatività giovanile ed ha potuto verificare come queste politiche vengono realizzate nei contesti e nelle città più evolute dell’Unione, posso ben dire che il contesto che si è creato nell’area dell’ex deposito rappresenta ciò che non solo qualche “alternativo” spocchioso, ma le massime istituzioni europee considerano una grande ricchezza sociale. Un humus fertile. L’approccio dell’Unione Europea, non è certamente mosso da mecenatismo, infatti la tutela e la promozione della creatività non è motivata dal rispetto di ciò che giusto e di ciò che è bello. E’ un approccio strategico finalizzato alla competitività ed alla crescita economica nella direzione della cosiddetta economia della conoscenza prevista nel Trattato di Lisbona. I cervelloni di Bruxelles hanno verificato attraverso studi e rilevazioni approfondite che esiste una relazione diretta fra tessuto creativo e vitalità economica. Semplificando all’estremo si può dire che i luoghi della creatività sono luoghi privilegiati nei quali attraverso attività non economiche, si veicolano conoscenze, capacità ed informazioni che hanno nell’”economia della conoscenza”, una valenza rilevantissima come fattori produttivi ed elementi di forza delle economie locali. Per fare un piccolo e parziale esempio che ho potuto verificare personalmente nel corso degli anni, posso dire che nei primi anni del Gramna i ragazzi imparavano a usare Internet quando ancora Internet non esisteva. Si chiamava European Counter Network, e tra coloro i quali hanno acquisito dimestichezza con quello strumento in quel contesto, molti hanno in seguito intrapreso strade lavorative e iniziative imprenditoriali strettamente collegate a quell’esperienza. Percorsi di vita e professionali di cui la nostra città si è arricchita profondamente, da un punto di vista sociale, culturale e certamente anche economico. Il problema, come spesso avviene, è che la declinazione calabrese delle politiche tende a smarrire il senso e la logica di ciò che viene scritto (a volte anche molto bene, come nel caso del POR Calabria) nei documenti di programmazione, per passare a realizzazioni il cui unico rilievo strategico è costituito dalla volontà di alimentare clientele e interessi particolari, primo fra tutti quello dell’edilizia. Tornando all’area dell’ex deposito ferroviario, il trionfale quanto elettoralistico annuncio della costruzione di un mega auditorium in quella zona mi lascia profondamente perplesso per una serie di motivi. Innanzitutto l’abbondanza di strutture dove realizzare eventi e spettacoli musicali nella nostra città. C’è il rendano, il Morelli, l’italia, l’Auditorium del Liceo Classico (solo per citare i più capienti), e tanti luoghi per manifestazioni all’aperto. Considerando la dimensione e le caratteristiche tecniche di questi luoghi, mi viene da pensare che l’auditorium è concepito per eventi così importanti, per qualità e richiamo di pubblico, che questa città non ne ha mai visto di simili. Sarebbe dunque un motivo per rallegrarsi: la giunta comunale ha deciso di investire alla grande sulle politiche culturali! Ben fatto direi. Il problema è che di un simile approccio per ora si vedono soltanto 20 milioni promessi al cemento. Un copione al quale ormai siamo abituati: speculare su contenitori da lasciare vuoti. Ovviamente nell’ipotesi utopistica che l’opera venisse realizzata in tempi brevi e nel budget previsto. La dinamica reale che l’annuncio di ieri lascia presagire è invece un’altra: un’ area centralissima e cruciale della città, attualmente poco edificata e sede di attività sociali e culturali di tante associazioni, diventerebbe per anni e anni un cantiere, con un via vai di camion che farebbero diventare la circolazione su viale Mancini peggio di come è adesso, anche nella felice ipotesi che venga riaperto. Certamente a fronte di un opera così “importante” i soliti furbetti degli uffici urbanistici riuscirebbero a riempire ogni metro quadro lasciato libero inserendo palazzine dei loro clientes e privando per sempre la città dell’unico spazio aperto da destinare a verde pubblico che sia rimasto sulla sua principale arteria di comunicazione.
Insomma, fra tutte le belle cose che ci sono scritte nel Piano Strategico della Città di Cosenza rispetto all’area dei capannoni, si è scelto di realizzare per prima proprio la più costosa e la meno remunerativa per la collettività. Si è scelto quella che darebbe l’opportunità di sbattere fuori associazioni e operatori che fanno il bene della nostra città, di recintare per anni con lamiere grigie un’area di tutti per costruirci dentro una scatola vuota e palazzine per fare arricchire qualche costruttore.
Dal momento che nel contesto delle associazioni operanti nell’area dei capannoni ho sentito progetti molto più avanzati, interessanti e remunerativi in termini sociali, rispetto alla costruzione di opere che poi non si ha la capacità di bilancio per fare funzionare, proporrei alle amministrazioni interessate, Comune in primis, di mettere i 20 milioni sul tavolo e di riunire intorno a quel tavolo chi tra mille difficoltà e sotto un tetto di amianto, lavora per la valorizzazione sociale, culturale ed economica della creatività senza che dalle istituzioni provenga supporto alcuno. Viva la Creatività e il Verde Pubblico abbasso il cemento!!
articolo scritto da Giovanni Felicetti martedì what is instagram spy 23 marzo 2010 alle ore 16.46
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ma quale area urbana? le barricate in piazza le fai per conto della borghesia che crea falsi miti di progresso

A Cosenza si è riaperto il dibattito sul Comune unico dell’area urbana. C’è il rischio che si riveli una discussione pilotata, per incoronare un nuovo Principe di cui i Cosentini in realtà non hanno alcun bisogno. Tuttavia, è una riflessione improrogabile che investe la natura stessa della nostra identità. Lo studioso ed architetto Emilio Tarditi fa notare che basta osservare un dettaglio, cioè l’andatura vanagloriosa ed impacciata delle signore che passeggiano sull’isola pedonale di corso Mazzini, per rendersi conto che Cosenza nel secondo ‘900 è stata investita hack clash royale da un urbanesimo, ma non può vantare un’urbanità. Identità e memoria sembrano assenti, barcollanti e precarie come la camminata delle pseudomatrone cosentine. In un recente suo articolo relativo al dibattito sull’area urbana, il docente universitario Battista Sangineto perviene più o meno alle stesse conclusioni, e nel contempo critica il modello culturale manciniano che avrebbe lasciato poche tracce nella coscienza collettiva di quanti abitiamo questa conca.

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